mercoledì 26 aprile 2017

La marijuana uccide le cellule tumorali, lo ammette US National Cancer Institute




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La marijuana uccide le cellule tumorali, lo ammette US National Cancer Institute


Gli Stati  Uniti possono essere a un passo  verso la legalizzazione e l’uso ricreativo di marijuana, soprattutto ora che il National Cancer Institute (NCI) ha aggiornato il suo sito nella sezione FAQ (domande e risposte) per includere gli studi comprovanti che la cannabis possa essere riconosciuta come un rimedio naturale per il cancro.

La marijuana uccide le cellule tumorali?

Come riporta Infowars, NCI ha aggiornato la sua pagina per includere vari studi che rivelano come la cannabis “può inibire la crescita del tumore, e come la Marijuana uccide le cellule tumorali,provocando esattamente la morte delle cellule, bloccando la crescita delle cellule, e bloccando lo sviluppo dei vasi sanguigni necessari per i tumori per crescere”, e nel frattempo proteggendo cellule normali e sane.
l’NSC ha dichiarato:
“Uno studio di laboratorio di cannabidiolo (CBD) di recettori estrogeni positivi hanno dimostrato che le cellule del cancro al seno che sono negativi dei recettori degli estrogeni causano la morte delle cellule tumorali mentre ha scarso effetto sulle cellule normali del seno. Gli studi in modelli murini di cancro al seno metastatico hanno dimostrato che i cannabinoidi possono diminuire la crescita, il numero, e la diffusione dei tumori. ”

L’elenco completo fornito dal National Cancer Institute continua:
I cannabinoidi possono inibire la crescita del tumore, provocando la morte delle cellule, bloccando la crescita delle cellule, e bloccando lo sviluppo dei vasi sanguigni necessari per i tumori per crescere. Studi di laboratorio e su animali hanno dimostrato che la marijuana uccide le cellule tumorali, proteggendo le cellule normali.
I cannabinoidi possono proteggere contro l’infiammazione del colon e possono avere un potenziale nel ridurre il rischio di cancro al colon, ed eventualmente nel suo trattamento.
Uno studio di laboratorio di delta -9-THC in carcinoma epatocellulare (tumore del fegato), mostrò che le cellule tumorali sono state danneggiate o uccise . Lo stesso studio di delta-9-THC in modelli di cancro al fegato ha dimostrato di avere effetti anti-tumorali. Delta-9-THC ha dimostrato di provocare questi effetti agendo su molecole piccole che possono anche essere trovate a quelle più gravi di cancro ai polmoni e alle cellule del cancro al seno.
Uno studio di laboratorio di cannabidiolo (CBD) di recettori estrogeni positivi e le cellule del cancro al seno negativo dei recettori degli estrogeni ha dimostrato che ha causato la marijuana uccide le cellule tumorali mentre ha scarso effetto sulle cellule normali del seno. Studi del carcinoma mammario metastatico hanno dimostrato che i cannabinoidi possono diminuire la crescita, il numero, e la diffusione dei tumori.
Uno studio di laboratorio di cannabidiolo in cellule di glioma umano ha dimostrato che quando viene somministrato insieme con la chemioterapia, CBD può rendere la chemioterapia più efficace e aumentare la morte delle cellule tumorali senza danneggiare le cellule normali. Gli studi hanno mostrato che CBD insieme con delta-9-THC può rendere la chemioterapia più efficace.
Questi studi sono considerati dal NCI come preclinici. Erano tutti fatti usando animali. Secondo loro, nessuno studio clinico di consumo di cannabis per il trattamento del cancro negli esseri umani è stato mai pubblicato.
Delta-9-THC e altri cannabinoidi stimolano l’appetito e possono aumentare l’assunzione di cibo.
I Recettori dei cannabinoidi sono stati studiati nel cervello, nel midollo spinale, e nelle terminazioni nervose in tutto il corpo per capire il loro ruolo nella riduzione del dolore.
I cannabinoidi sono stati studiati per gli effetti anti-infiammatori che possono svolgere un ruolo nella riduzione del dolore.
Ma non è tutto, nel mese di aprile, il NIDA ha dichiarato:
“La prova da uno studio sugli animali suggerisce che gli estratti della pianta di marijuana possono ridurre una delle più gravi forme di tumori cerebrali. La ricerca nei topi ha dimostrato che questi estratti, se usati con le radiazioni, aumentato gli effetti cancro-uccisione della radiazione stessa. “
Come possono le agenzie governative concludere quanto sopra e la maggiorparte dei paesi al mondo ancora classificano la marijuana come una “droga senza scopi medicinali”? Forse questo video vi illuminerà sui veri motivi.


Nonostante i numerosi benefici dimostrati della marijuana, la maggiorparte dei Governi di tutto il mondo , inclusa l’Italia la mantengono illegale mentre dall’altro lato si approvano la prescrizione di farmaci costosi con più effetti collaterali e con molto meno ricerca.





martedì 25 aprile 2017

I pulcini maschi (inutili al mercato) sono gettati vivi nei tritacarne! Non lo sapevate? È proprio così! Ecco la petizione per dire NO a questa schifosa barbarie !!



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Vi riproponiamo questo nostro articolo dell'anno scorso. I tempi per la petizione sono scaduti, ma è comunque bene far conoscere a tutti questa orribile barbarie che continua ad essere perpetrata. 

I pulcini maschi (inutili al mercato) sono gettati vivi nei tritacarne! Non lo sapevate? È proprio così! Ecco la petizione per dire NO  a questa schifosa barbarie !!


Sul nastro prima di essere gettati vivi nel tritacarne, ecco la fine dei pulcini “inutili” [VIDEO]

I pulcini maschi (inutili al mercato) sono gettati vivi in un tritacarne, o soffocati in buste di plastica, o schiacciati



Negli allevamenti che producono galline ovaiole, i pulcini maschi (inutili al mercato in quanto non in grado di produrre uova, né adatti alla produzione di carne di pollo) sono gettati vivi in un tritacarne, o soffocati in buste di plastica, o schiacciati in apposite macchine per diventare mangime, mentre a quelli femmina viene tagliato il becco per impedire loro di beccare a morte le compagne, spiega il coordinamento LAM. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri simili alla carne che gli umani hanno sotto le unghie, è così dolorosa che molti pulcini muoiono per lo shock. Inoltre, questa operazione lascia spesso scoperti i terminali nervosi presenti nel becco, determinando così un dolore continuo per tutta la vita dell’animale.
STOP PULCINI NEL TRITACARNE! Firma e fai firmare (un milione di firme entro novembre!): https://www.change.org/p/salviamo-pulcini-e-galline-dal-tritacarne-da-vivi-riconosciamoli-come-da-compagnia-firma-ora/u/16274072




Le mele del Trentino? Sono così piene di pesticidi da aver contaminato il DNA dei neonati !!



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Le mele del Trentino? Sono così piene di pesticidi da aver contaminato il DNA dei neonati !!

Il dibattito sui pesticidi c’è ed è pure molto acceso. Nell’affollatissima sala dell’Istituto comprensivo di Cles, si è svolto il convegno «Ambiente è salute: esposizione cronica a pesticidi e Dna umano», presentazione della prima ricerca scientifica su alcuni residenti della Val di Non ed organizzata dal Comitato per il diritto alla salute.
Che il tema scottante fosse particolarmente sentito è stato testimoniato dal fatto che l’organizzazione ha dovuto impedire l’accesso alla sala a molte persone interessate all’iniziativa e giunte quando l’auditorium era ormai al completo. Tuttavia, questo interesse si è fatto sentire in maniera più brusca, quando alcuni interventi a fine dibattito hanno portato un altro punto di vista sull’agricoltura tradizionale.
Ma andiamo per gradi. Sergio De Romedis del Comitato per il diritto alla Salute Val di Non ha introdotto la serata: «Oggi presenteremo uno studio scientifico effettuato sugli abitanti della Val di Non relativo ai danni al Dna dovuti all’esposizione cronica ai pesticidi. Ciò non significa che siamo contro l’agricoltura, ma, al contrario, pensiamo che essa sia fondamentale. Tuttavia, attraverso l’uso di determinate sostanze chimiche di sintesi, crediamo che essa crei una conflittualità, poiché sono state trovate tracce di pesticidi nel corpo di chi non è esposto professionalmente».
La parola è dunque passata agli esperti. Il dottor Marco Tomasetti dell’università politecnica delle Marche ha spiegato l’azione dei pesticidi sul Dna umano: anzitutto essi creano una rottura del genoma, poi inibiscono la naturale funzione ricostruttiva e, proprio per questo, obbligano la cellula a riprodursi in maniera errata. Questo non significa certo malattia istantanea, ma è comunque una premessa a tumori o malattie neurodegenerative.
Il secondo intervento è stato quello della dottoressa Renata Alleva del Irccs Rizzoli di Bologna, la quale ha presentato lo studio sulla popolazione nonesa: «Abbiamo effettuato uno studio su un gruppo di persone che per motivi residenziali è quotidianamente a contatto con i pesticidi. Si è misurata la qualità dell’aria, la presenza di pesticidi all’interno delle case e si sono poi eseguiti prelievi sulle persone in periodi diversi, ad alta e bassa esposizione».
Lo studio afferma che nei periodi di alta esposizione il Dna ci mette molto tempo a riparare i danni subiti dai pesticidi e anzi è inibito dal farlo. «Il danno al Dna si accumula e una donna in gravidanza può trasferire al feto le sostanze – ha proseguito la Alleva – Ciò può avvenire anche durante l’allattamento, visto che i residui dei pesticidi si accumulano nei grassi».
Lo studio sarà pubblicato su una rivista scientifica internazionale, laMolecular Nutrition & Food Research.
Nel dibattito è intervenuto oggi, con una nota dettagliata, anche l’assessore Michele Dallapiccola, che rivendica quanto fatto dalla Provincia su questo fronte e invita a evitare gli allarmismi.
IL DIBATTITO: «I CONTADINI NON SONO ASSASSINI»
Dopo l’intervento del pediatra dottor Pinelli, il quale ha parlato delle conseguenze dei pesticidi sullo sviluppo dei bambini, è seguito un dibattito acceso. In cui però nessuno ha confutato lo studio scientifico (non c’erano esperti di microbiologia o medicina titolati a farlo), ma si è trasferito il dibattito su temi generali.
Così ad esempio Alessandro Dalpiaz, direttore dell’Apot: «La serata mi ha disorientato. Noi agricoltori siamo accusati di essere gli artefici delle problematiche esposte in questo studio. Non crediamo sia così. Noi agiamo nel rispetto delle norme e non sta a noi fare pressione sul legislatore affinché elimini determinati pesticidi. Al contrario di quanto sostenuto stasera, la qualità e l’aspettativa di vita non sono peggiorate».
A queste parole sono partite grida di protesta contro Dalpiaz, il quale ha proseguito dicendo che «Noi non siamo colpevoli, ma interpreti della nostra vita professionale. Possiamo sicuramente migliorare, ma dobbiamo trovare punti di incontro e dialogare di più». Dalpiaz ha ripreso il proprio posto in sala accompagnato da forti proteste.
In questo clima rovente, dal mondo ortofrutticolo è arrivata un’altra voce, quella di Gabriele Calliari, presidente Coldiretti Trentino: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Siamo tutti venuti qui in auto e chissà quanti aerei sono passati sopra le nostre teste durante la serata. Io non mi sento un killer di bambini. Devo forse pensare che la gente muore di cancro per colpa della mia attività? L’agricoltura oggi è a un bivio: o è legittimata e può dunque andare avanti, oppure deve terminare. Dobbiamo smettere di produrre e acquistare prodotti esteri distribuiti dalle lobby multinazionali e ogm? Diamoci una mano, altrimenti non se ne esce».
Anche in questo caso non sono mancati i brusii di sottofondo, ma certo non così forti come quelli rivolti a Dalpiaz. La serata si è quindi conclusa verso mezzanotte.
APOT E MELINDA: «ECCO PERCHÉ ABBIAMO PARTECIPATO»
Diversi rappresentanti dei Consorzi Melinda e «La Trentina», associati ad Apot – Associazione produttori ortofrutticoli trentini – ed una rappresentanza di frutticoltori di imprese private, e rappresentanze di enti locali del territorio, non hanno voluto mancare al Convegno, per ribadire il proprio impegno e volontà di accogliere le istanze della popolazione sul fronte del tema dell’utilizzo dei fitofarmaci. E lo hanno ribadito in un comunicato stampa.
Esso informa: «Abbiamo ritenuto utile una nostra presenza all’incontro per confermare la disponibilità dei frutticoltori verso un confronto più aperto e attento sui temi della salute e dell’ambiente – dichiara Alessandro Dalpiaz, direttore di Apot -. Dobbiamo essere coscienti che solo attraverso una progettualità rinnovata, ma anche sufficientemente condivisa, sarà possibile migliorare la qualità del sistema produttivo e del sistema territoriale, offrendo maggiori e più solide garanzie sociali ed economiche al Trentino, dando pieno significato al concetto di sostenibilità che ingloba le istanze economiche, sociali ed ambientali dei lavoratori e dei cittadini».
Continua il comunicato stampa: «Sulla medesima posizione il presidente di Melinda Michele Odorizzi, che ricorda come “L’interesse del Consorzio passi anche attraverso le sensibilità dei cittadini, che vanno ascoltate ed applicate nelle politiche ambientali e commerciali ma anche nel lavoro quotidiano dei singoli frutticoltori”».
Secondo il comunicato dei frutticoltori «Il confronto continuo e costruttivo, quindi, è quanto Apot e i Consorzi associati auspicano, da cui trarre utili suggerimenti e indicazioni importanti per la formulazione di programmi di attività e progetti in grado di favorire il raggiungimento di obiettivi di qualità ambientale, sociale ed economica alla base del concetto di “sostenibilità”, verso cui i frutticoltori, le loro rappresentanze e la società civile sono comunemente orientati».

fonte: http://www.ladige.it/popular/salute/2016/03/20/pesticidi-studio-residenti-val-non-agiscono-dna-passano-mamma-feto



lunedì 24 aprile 2017

Produrre energia pulita ed a basso costo dalle condutture idriche cittadine? Si può! Ma è una di quelle tecnologie che alle Lobby non piace...!




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Produrre energia pulita ed a basso costo dalle condutture idriche cittadine? Si può! Ma è una di quelle tecnologie che alle Lobby non piace...!


Energia gratuita: ormai è realtà, ma in Italia nessuno ne parla. Ecco come produrla!



Le condutture comunali delle grandi città trasportano enormi quantità di acqua. Perché allora non sfruttare questo flusso per produrre energia gratuita?

Le condutture comunali delle grandi città trasportano ogni giorno enormi quantità di acqua. Perché allora non sfruttare il costante flusso che attraversa queste infrastrutture urbane per produrre energia pulita?
L’idea, di certo non nuova, è stata messa in pratica nella città di Portland, nell’Oregon, dalla Lucid Energy. La società ha realizzato delle turbine di mini idroelettrico perfettamente integrabili alle condutture idriche cittadine. Per poter produrre energia pulita LucidPipe Power System, questo il nome del sistema, rimpiazza alcuni tratti esistenti della tubatura tradizionale alimentata a gravità.
Quando l’acqua vi scorre attraverso fa ruotare la turbina ad asse verticale inserita centralmente, che a sua volta è collegata ad un generatore elettrico all’esterno del condotto. Gli ingegneri che hanno ideato il progetto spiegano come le mini turbine idroelettriche riescano a svolgere il loro lavoro senza diminuire in maniera significativa la portata dell’acqua, e senza quindi interferire con l’efficienza della pipeline.
Il sistema installato a Portland, diverse turbine in serie per una potenza complessiva di 200 kW, è stato finanziato privatamente dalla Harbourton Alternative Energy, e la sua installazione è stata completata proprio in questi mesi.
Attualmente il progetto sta testando l’affidabilità e l’efficienza di questo speciale impianto di mini idroelettrico, verificando anche che i sensori e il sistema di controllo intelligente funzionino correttamente.

Il passo successivo sarà quindi quello di iniziare la produzione di energia pulita a piena capacità entro marzo. Una volta a regime la LucidPipe dovrebbe produrre una media di 1.100 MWh l’anno, una quantità sufficiente per alimentare circa 150 abitazioni.

Non si tratta di una prima assoluta, dal momento che la società lo aveva già testato nel 2012 a Riverside, in California dove ancora oggi l’impianto pilota rifornisce la rete comunale con 20 MWh, ma se il progetto dovesse mantenere le promesse iniziali, Lucid Energy ha già in mente di esportare la best practies in tutti gli USA.

fonti: varie dal Web



sabato 22 aprile 2017

Wave Star, la centrale che produce elettricità pulita ed a basso costo delle onde. Così in Danimarca hanno risolto il problema energetico. Da noi invece NO. Alla faccia dei nostri 8000 km di costa. I nostri politici proprio non se la sentono di dare questo dispiacere alle lobby del Petrolio!




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Wave Star, la centrale che produce elettricità pulita ed a basso costo delle onde. Così in Danimarca hanno risolto il problema energetico. Da noi invece NO. Alla faccia dei nostri 8000 km di costa. I nostri politici proprio non se la sentono di dare questo dispiacere alle lobby del Petrolio!


E' davvero incredibile il potenziale dell'energia del mare. Pensate, basterebbe lo 0,02% dell'energia prodotta dal mare per soddisfare il fabbisogno energetico di tutta la terra! Tra le rinnovabili oggi è forse la meno conosciuta, ma secondo le stime, questa preziosa risorsa, nei prossimi anni subirà una forte impennata. E l’Italia, con quasi 8.000 km di coste, potrebbe essere uno dei paesi leader per la ricerca, lo sviluppo e l’implementazione di queste nuove tecnologie marine. Cosa stiamo aspettando? Ah, dimenticavo. I nostri politici proprio non se la sentono di dare un dispiacere del genere ai loro amici delle lobby del Petrolio!



mercoledì 19 aprile 2017

In Cina le api sono già sparite, ed è l’uomo che è costretto a impollinare al posto degli insetti. Ancora 4 anni...?



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In Cina le api sono già sparite, ed è l’uomo che è costretto a impollinare al posto degli insetti. Ancora 4 anni...?


In Cina le api sono sparite, ed è l’uomo a dover impollinare al posto degli insetti

Le api in Cina sono scomparse e gli uomini devono darsi da fare per impollinare al posto degli insetti perduti.



In alcune parti della Cina rurale, gli esseri umani stanno facendo quello che un tempo non molto lontano era il lavoro delle api. Queste foto mostrano i lavoratori agricoli di Hanyuan, nella provincia di Sichuan in Cina, mentre applicando scrupolosamente il polline dei fiori a mano.
Hanyuan County è conosciuta come la “capitale dell’albero del pero del mondo”. Ma l’uso dei pesticidi ha portato ad una drastica riduzione della popolazione delle api della zona, minacciando il raccolto di frutta. I lavoratori ora impollinano alberi da frutto artificialmente, trasferendo accuratamente il polline dai fiori maschili ai fiori femminili per fertilizzarli appunto.

Le immagini degli impollinatori umani raccontano una storia di perdita degli insetti conosciuti come laboriosi e tra i più importanti nel mondo: le api.

Secondo un rapporto di febbraio delle Nazioni Unite, le popolazioni delle api sono in declino in tutto il mondo e la riduzione del numero, potrebbe comportare la perdita di “centinaia di miliardi di dollari” in fatto di valore di raccolti per ogni anno.

In alcune parti della Cina, l’impollinazione a mano può effettivamente costare meno che affittare api per impollinare le colture, perchè a questo sono arrivati nel paese del sol levante e di questo passo anche noi ci avvieremo a dover cercare chi ci presta le api pagandole a caro prezzo. Per evitare di innalzare i costi dei prodotti della terra, gli agricoltori hanno iniziato nella città di Hanyuan l’impollinazione a mano. Ma l’aumento dei costi del lavoro e il calo dei rendimenti della frutta, hanno messo in crisi il mercato.

Le api si precipitano verso l’estinzione, le foto del fotografo Kevin Frayer potrebbero far presagire  un futuro non così lontano quello in cui il lavoro delle braccia deve sostituire il lavoro che prima le api facevano naturalmente e a gratis. Ma questo è quel che l’uomo si merita per aver rovinato inesorabilmente il pianeta.

HANYUAN, CHINA -MARCH 25: Chinese farmer He Meixia, 26, pollinates a pear tree by hand on March 25, 2016 in Hanyuan County, Sichuan province, China. Heavy pesticide use on fruit trees in the area caused a severe decline in wild bee populations, and trees are now pollinated by hand in order to produce better fruit. Farmers pollinate the pear blossom individually. Hanyuan County describes itself as the 'world's pear capital', but the long-term viability of hand pollination is being challenged by rising labor costs and declining fruit yields. A recent United Nations biodiversity report warned that populations of bees, butterflies, and other pollinating species could face extinction due to habitat loss, pollution, pesticides, and climate change. It noted that animal pollination is responsible for 5-8% of global agricultural production, meaning declines pose potential risks to the world's major crops and food supply. (Photo by Kevin Frayer/Getty Images)

fonte: https://www.nonsoloanimali.com/in-cina-le-api-sono-sparite-ed-e-luomo-a-dover-impollinare-al-posto-degli-insetti/?utm_sq=fenlo4lfyf&utm_source=Facebook&utm_medium=social&utm_campaign=Lo+Spillo&utm_content=Lo+Spillo+Post

domenica 16 aprile 2017

Harvard: Facebook provoca danni alla salute mentale. Ecco perché...



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Harvard: Facebook provoca danni alla salute mentale. Ecco perché...


Facebook nuoce gravemente alla salute, come le sigarette. Lo dicono i ricercatori americani Holly B. Shakya e Nicholas A. Christakis che hanno condotto uno studio sul rapporto tra salute mentale e social media per la  Harvard Business Review su un campione di 5208 persone che utilizzano Facebook.
I due hanno esaminato i profili dei soggetti, i loro like, i post e preso in considerazione altri fattori come l’indice della soddisfazione della vita, il benessere mentale e fisico e l’ibm, l’indice di massa corporea per due anni.
“Questo ci ha permesso di tenere traccia dei cambiamenti nell’uso dei social media associati con i cambiamenti nel benessere”. I risultati dello studio hanno mostrato che le relazioni sociali basate solo su Facebook fanno diminuire la salute mentale: il tempo trascorso a postare link, commentare gli status altrui e seminare like, insomma, ridurrebbe la soddisfazione di vita e comporterebbe un peggioramento della salute mentale.
“Anche se siamo in grado di dimostrare che l’uso di Facebook può comportare una diminuzione del benessere non possiamo dire con certezza come ciò si verifichi. L’esposizione alle immagini curate con attenzione della vita degli altri porta a un confronto negativo, e l’enorme quantità di interazione con i social media può sminuire esperienze di vita reale più significative”.

tratto da: https://www.vesuviolive.it/ultime-notizie/191738-facebook-provoca-danni-alla-salute-mentale-lo-dice-harvard-perche/

sabato 15 aprile 2017

3 secondi - 3 secondi, per capire che chiamarci Homo Sapiens è una emerita cazzata!



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3 secondi - 3 secondi, per capire che chiamarci Homo Sapiens è una emerita cazzata!




Il vostro prosciutto cotto è di un bel colore rosa? E voi ve lo mangiate? Ma avete mai cotto della carne? Vi rendete conto che il colore della carne cotta è molto diverso? Il colore rosa è una TRUFFA create ad arte con i nitriti (CANCEROGENI), altrimenti nessuno lo comprerebbe!



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Il vostro prosciutto cotto è di un bel colore rosa? E voi ve lo mangiate? Ma avete mai cotto della carne? Vi rendete conto che il colore della carne cotta è molto diverso? Il colore rosa è una TRUFFA create ad arte con i nitriti (CANCEROGENI), altrimenti nessuno lo comprerebbe! 



Da Il Fatto Alimentare

Nitriti e salumi. La TV francese denuncia la presenza di nitriti nei salumi solo per ragioni commerciali. Ma le cose stanno davvero così?


Lo scorso settembre, il programma televisivo francese Cash Investigation (1) in onda su France 2 – una sorta di Report d’oltralpe – ha trasmesso una lunga inchiesta sull’uso di nitriti (E249-E250) e nitrati (E251-E252) nella produzione del prosciutto cotto. Secondo gli autori del programma l’industria alimentare continua a usare questi additivi perché sono in grado di mantenere il colore rosato che tanto piace ai consumatori. In assenza di nitriti e nitrati il prosciutto si presenterebbe di colore grigio e questo renderebbe molto difficile la vendita. I nitriti, reagendo con la mioglobina della carne, oltre che dare un bel colore rosa ai salumi cotti, fissano il rosso in quelli stagionati come il salame e la bresaola. In più agiscono da conservanti perché svolgono una funzione antiossidante e rallentano l’irrancidimento dei grassi.
Alcuni scienziati, però, sono preoccupati per la capacità dei nitriti  (e i nitrati,  quando si convertono in nitriti nel tratto digestivo) di reagire nello stomaco oppure durante la frittura (pancetta, bacon) con molecole chiamate ammine secondarie, formando nuovi composti chiamati nitrosammine, che sono considerate come cancerogene. Quando poi nel 2015 lo IARC ha classificato come cancerogeno per l’uomo il consumo quotidiano di carni processate come i salumi, una certa preoccupazione si è diffusa anche tra i consumatori.
Allora perché si continuano a usare questi additivi? Istituzioni e produttori ritengono nitriti e nitrati un’importante arma contro il pericoloso batterio Clostridium botulinum, impedendone lo sviluppo delle spore, e contro altri patogeni dannosi che possono crescere nei salumi.La posizione più diffusa è che rimuovere i nitriti comporterebbe un inaccettabile rischio microbiologico, a fronte della possibilità, ancora molto controversa, che siano proprio i nitriti a determinare ad aumentare la probabilità di sviluppare un tumore mangiando  salumi ogni giorno. “La formazione di nitrosammine nei prodotti è spesso sovrastimata – sottolinea Assica, l’Associazione degli industriali della carne e dei salumi – e comunque per ridurre le quantità i produttori aggiungono ai salumi l’antiossidante acido ascorbico (vitamina C)”.
Secondo gli autori del programma francese Cash Investigation non c’è più la necessità di usare questi additivi per prevenire il botulismo. La prova? Uno studio condotto per la Commissione europea dal FCEC (Consorzio per la valutazione dei contaminati alimentari) evidenzia come l’eliminazione di questi additivi sia possibile senza aumentare il rischio di botulismo. Per farlo bisogna adottare tecniche diverse nella fase di produzione dei salumi, come ad esempio cambiare le temperature di lavorazione o modificare la quantità di sale utilizzato.

Se eliminare completamente i nitriti
 non sembra una strada percorribile nel breve periodo, sarà forse possibile ridurli? Aziende come Pedrazzoli, infatti, che producono salumi biologici, utilizzano una quantità di nitriti inferiore a quella ammessa dall’Unione Europea di 150 mg/kg ciascuno (Direttiva 2006/52/CE): 80 mg/kg con un residuo inferiore a 50 mg/kg. Sempre in Danimarca il legislatore ha scelto di abbassare il limite massimo di utilizzo di nitriti e nitrati a 60 mg/kg per i salumi e gli affettati (salvo alcuni prodotti tradizionali), portandolo così molto al di sotto del limite europeo. Sebbene nel paese dall’introduzione della nuova soglia non si siano registrati casi di botulismo, tra il 2013 e il 2014 si sono verificate due epidemie mortali di listeriosi riconducibili a un sanguinaccio di produzione nazionale. Secondo Assica, questa è la prova che “il limite auto-imposto dal legislatore danese ai suoi produttori non sarebbe sufficiente a garantire la sicurezza alimentare”.Molte aziende sono ostili all’idea modificare il processo
 produttivo perché comporterebbe la scomparsa di molti salumi tradizionali, oltre che la riduzione della shelf life e un aumento del contenuto di sale come conservante. Non tutte le imprese sono contrarie. In Danimarca si trovano nei supermercati diverse marche di affettati e salumi senza nitriti – la più nota è Hanegal. In Italia i nitriti non si usano per il prosciutto crudo di Parma e il San Daniele, in quanto il lungo periodo di stagionatura sopperisce al problema del botulino e del colore. Altri produttori invece, farebbero volentieri a meno di nitriti e nitrati, ma in Italia il loro utilizzo è richiesto per legge in alcuni prodotti, come il prosciutto cotto.
Questa tesi trova riscontri anche nell’indagine FCEC, citata alche dal programma Cash Investigation, che raccomanda una riduzione a 100 mg/kg, con le dovute eccezioni per prodotti particolari. A questi livelli, infatti, si raggiunge il compromesso tra la necessità di ridurre il rischio legato alla formazione di nitrosammine cancerogene e il bisogno di prevenire pericolose infezioni alimentari, come il botulismo e la listeriosi.
Note
(1) La puntata integrale di Cash Investigation “Industria agro-alimentare: business contro salute

mercoledì 12 aprile 2017

Dai Cinquestelle (...e SOLO dai Cinquestelle) l'accusa: Attentato al grano italiano!

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Dai Cinquestelle (...e SOLO dai Cinquestelle) l'accusa: Attentato al grano italiano!




Pasta, pane e pizza sono la bandiera dell'Italia eppure hanno poco di italiano. È in atto una importazione selvaggia di grano da tutto il mondo, anche da aree notoriamente inquinate. Abbiamo intervistato il giornalista Gianni Lannes e il Presidente dell'associazione Granosalus Saverio De Bonis. La sua associazione ha fatto analizzare la pasta di alcuni importanti marche italiane. Le analisi sono shock: sono state trovate tracce di contaminanti dannosi per la salute umana.
Fra un mese, a Strasburgo, il Parlamento europeo voterà il #RapportoDogane dal MoVimento 5 Stelle. In Europa entra di tutto: vogliamo che procedure e controlli siano omogenei e creino una competizione sana tra porti e aeroporti nei diversi Stati membri. Vogliamo combattere la contraffazione e difendere l'eccellenza del Made in Italy dagli attacchi della concorrenza sleale. Vogliamo difendere i consumatori che nelle etichette devono trovare tutte le informazioni che cercano.
VIDEO. Pasta, pane, pizza sono la bandiera dell'Italia nel mondo, eppure hanno poco di italiano. Ascolta e condividi questa intervista!


di Gianni Lannes e Saverio De Bonis

GIANNI LANNES
"È in atto una guerra ambientale non dichiarata, non convenzionale".


SAVERIO DE BONIS 
"Tracce di questi contaminanti che arrivano da un mix di grani internazionali si trovano all'interno della pasta che diventa il principale pilastro della nostra dieta mediterranea. Il grano è una cultura tipica del mezzogiorno e presenta delle caratteristiche di eccellenza sotto il profilo qualitativo che sono state sino ad ora sottostimate e scarsamente valorizzate. Questi punti di forza vengono annacquati attraverso l'ingresso di navi di cui non si conosce nemmeno la contabilità e che impoveriscono il territorio, impoveriscono l'ambiente e soprattutto danneggiano i consumatori.
Questo è il dato di fondo di Grano Salus che è un'associazione che nasce proprio per tutelare, insieme ai produttori, i consumatori che rappresentano l'anello debole della filiera. Noi abbiamo operato, a dimostrazione della nostra tesi, esaminando una serie di paste: abbiamo messo sotto campione soprattutto le marche nazionali, le abbiamo valutate e abbiamo notato che le nostre tesi erano fondate. Cioè tracce di questi contaminanti, che arrivano da un mix di grani internazionali, si trovano all'interno della pasta che diventa il principale pilastro della nostra dieta mediterranea. Riuscire ad escludere questi contaminanti potrebbe portare, anche perché non ci sono studi che dimostrano qual è l'effetto sinergico della presenza di tutti questi contaminanti, a un'inversione di rotta sotto il profilo economico e sanitario. È un obiettivo strategico dell'Italia, in ambito europeo, che bisogna al più presto implementare proprio per consentire al Sud di recuperare a costo zero interi territori che sono abbandonati. Abbiamo stimato che c'è una superficie di oltre 600.000 ettari che si può recuperare e in tal modo incentivare il ritorno alla terra.


GIANNI LANNES
"È in atto una guerra ambientale non dichiarata, non convenzionale. Nel nostro Paese quotidianamente approdano carrette del mare, relitti galleggianti, carichi di frumento provenienti da Paesi del Terzo e Quarto mondo, da aree inquinate notoriamente dalla radioattività come l'Ucraina, la Russia, la Bielorussia, la Francia ed altri Paesi dove non ci sono assolutamente controlli.
Qual è il problema? Nei porti italiani entra di tutto, soprattutto nei porti dell'Adriatico (Ancona, Ravenna,Trieste, Manfredonia, Bari, Barletta, Monopoli, Brindisi e Taranto prevalentemente) per non parlare dei porti della Sicilia, addirittura un minuscolo porto come quello di Pozzallo è interessato da una triangolazione di navi che giungono dai Paesi dell'Europa dell'Est, con triangolazioni che partono poi dalla Turchia, dalla Grecia, e anche addirittura dalla Tunisia (dal porto di Sfax) e dopo qualche giorno di navigazione, questo grano straniero arriva in Sicilia e diventa per miracolo italiano.
Non ci sono controlli! Lavorando a questa inchiesta da più di due mesi ho rilevato e documentato che, prevalentemente in questi porti, non ci sono assolutamente controlli. Esistono attualmente 4 broker che operano a livello internazionale, il più importante ha sede in Minnesota, ma è anche stanziato in Italia si chiama Cargill, è presente dal 1962 e controlla il 50% del traffico di grano a livello mondiale. La Cargill non prende soltanto grano in Italia ma anche soia OGM, che arriva settimanalmente al porto di Ravenna senza alcun tipo di controllo. Secondo i dati dell'ISTAT abbiamo qualcosa come quasi 2 milioni di cereali importati nel 2016 soltanto dalla Francia, qualcosa di meno dall'Ucraina e circa 1 milione e mezzo di tonnellate dal Canada. Sto parlando solo del 2016. 500 mila tonnellate dagli Stati Uniti d'America e così via... e bisogna tener conto che i Paesi da cui importiamo cereali sono 43. Ben 43. Inclusa la Cina".


SAVERIO DE BONIS
"Tutto questo grano in realtà viene utilizzato a basso prezzo, per tagliare il grano buono italiano. Quindi non è vero che l'Italia ha un deficit di produzione: l'Italia è autosufficiente per la produzione nazionale di pasta. Non è autosufficiente per soddisfare la domanda estera, ma è assolutamente sufficiente a garantire i propri fabbisogni nazionali. Il punto è che viviamo in un'economia globale e il Made Italy, la pasta rappresenta una delle principali voci della nostra bilancia commerciale e quindi bisogna compensare le quantità di pasta e di grano che mancano per esportare all'estero la nostra famosa pasta.
Qui però si apre il capitolo del diritto del consumatore di conoscere esattamente cosa mette nel proprio piatto. L'attuale normativa sull'etichettatura non dà garanzie, non dà informazioni come per l'acqua minerale in cui è possibile guardare i tenori di sodio, di fluoro, di nitrato, di clorato o di solfato... quindi ognuno sceglie le sue acque minerali in base alla composizione chimica che appare sulla etichetta. Sulle buste della pasta questa possibilità non è garantita.
Recenti studi olandesi hanno dimostrato che anche a bassissimi dosaggi queste sostanze possono essere dannose, quindi il principio di precauzione (il principio garantito dall'Unione europea) imporrebbe che, di fronte a questi dubbi di natura scientifica circa i rischi, l'Italia adottasse una politica di maggiore prudenza. Ma sappiamo che questo purtroppo contrasta con le esigenze dell'industria".


GIANNI LANNES
"Questa importazione selvaggia favorisce la speculazione perché è incontrollata. Io mi aspettavo controlli rigorosi nei principali porti italiani, partendo da Ravenna che è poi la capitale di questo sistema (è un porto che viene utilizzato, per altro, anche dalla Barilla e ma anche dalla Cargill che è presente e attiva) e poi c'è tutto un sistema della filiera industriale e ci sono accordi che la stessa Barilla ha fatto, ma anche qui in Puglia con la Divella, ma non solo: ci sono poi anche le multinazionali che producono le sementi che fanno la differenza. Quindi con l'introduzione di grani che sono stati modificati a livello molecolare. Non c'è alcun tipo di controllo a livello sanitario".

fonte: http://www.movimento5stelle.it/parlamentoeuropeo/2017/04/attentato-al-grano-i.html


martedì 11 aprile 2017

I sette alimenti più alcalini che aiutano a ridurre l’acidità del corpo.




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I sette alimenti più alcalini che aiutano a ridurre l’acidità del corpo.


L’acidità del corpo predispone a malattie. Alcalinizzare il corpo è fondamentale. Ecco i 7 alimenti più alcalini che aiutano a ridurre l’acidità del corpo.

Mentre in un ambiente acido si sviluppano più facilmente malattie, tra cui il cancro, mangiare cibi alcalini riduce il rischio di malattie e dona una splendida salute. Nutrirsi di cibi alcalini è molto importante, informatevi!
I cibi quando vengono ingeriti dal nostro organismo possono dare origine ad una reazione acida,  e quindi tendono a sottrarre sali minerali dall’organismo, oppure alcalina-basica e quindi remineralizzano e non sottraggono sali minerali.
Gli alimenti più alcalini, altamente remineralizzanti sono:

1)Spinaci
Tutte le verdure verdi dovrebbero essere consumate in abbondanza.  Gli spinaci sono altamente nutritivi e molto alcalini. Come per tutti gli alimenti verdi , gli spinaci sono ricchi di clorofilla , una sostanza parecchio alcalina e simile al nostro sangue per struttura che infatti contribuisce alla ricostruzione del sangue stesso. Gli spinaci sono ricchi di vitamina A, K C, B2, E, acido folico, manganese, ferro, calcio, potassio e fibre alimentari.
2)Cavolo
Il cavolo è ampliamente conosciuto per contribuire alla lotta contro il cancro , ridurre il colesterolo , ricco di antiossidanti e disintossicanti bontà. E’ consigliato consumare il cavolo 2-3 volte alla settimana saprete, è estremamente ricco di vitamina K , vitamina A e vitamina C ed essendo a foglia verde ha anche un alto contenuto di clorofilla . Il motivo per cui è così potente contro il lotta contro il cancro è che il cavolo contiene almeno quattro glucosinolati , ma tutto quello che dovete sapere è che non appena si mangia , viene digerito velocemente dal nostro organismo e i glucosinolati sono molto facilmente convertiti dall’organismo in composti per la  lotta contro il cancro . Il cavolo aiuta ad abbassare il colesterolo e una volta cotto a vapore, diventa più efficace a questo scopo.
3)Cetriolo
Il cetriolo è uno degli alimenti più ricchi di acqua, contiene il 95%, ed è estremamente idratante. Nel cetriolo sono molto presenti le vitamine afferenti ai gruppi B e C e la proto-vitamina A. A queste si uniscono parecchi sali minerali ed oligoelementi. In virtù della loro presenza il cetriolo acquista la capacità di aiutare i reni nella loro attività di rielaborazione ed eliminazione delle scorie, ma può migliorare anche la funzionalità di alcuni organi interni quali il fegato ed il pancreas. Essendo un ortaggio in grado di controbilanciare l’eccessiva acidità corporea il cetriolo può rivelarsi utile nella lotta alla gotta. Gli enzimi qui presenti poi sono particolarmente utili per consentire all’organismo di fissare le proteine, prevenire i calcoli e depurare l’intestino.
4) Broccoli
Se vogliamo vivere con energia, vitalità e in salute consigliamo di mangiare 4 volte alla settimana broccoli.Broccoli è stato dimostrato più volte di essere incredibilmente potente nell’inibire i tumori , sostenere il sistema digerente , sistema cardiovascolare , i processi di detossificazione del corpo e della pelle, il metabolismo , il sistema immunitario , è anti – infiammatori , e inoltre fornisce ampie proprietà antiossidanti. Alimento altamente alcalino.
5) Avocado
L’avocado ha avuto una cattiva reputazione perché è un alimento ad alto contenuto di grassi (85 % di calorie da grassi), ma questi sono i grassi buoni che non fanno aumentare di peso . In ogni caso , a causa dell’elevato contenuto di acido oleico ( che è un omega 9 e simile al grasso olio di oliva ) può diminuire il livello di colesterolo e incremento complessivo di lipoproteine ad alta densità (HDL) in fase di che riduce lipoproteine a bassa densità ( LDL ) , noto anche come il colesterolo “cattivo ” . L’acido oleico rallenta anche lo sviluppo di malattie cardiache , e promuove la produzione di antiossidanti . Questi oli omega sono benefici perchè aiutano ad accelerare il metabolismo.
L’avocado contiene anche una vasta gamma di altri nutrienti che hanno proprietà anti- infiammatore , contribuisce alla salute del cuore , alla salute cardiovascolare.
6)Sedano
Sedano , come il cetriolo è un favorito perché è alcalino e il suo contenuto di acqua è molto elevato , quindi è molto spesso utilizzato come base per zuppe e succhi di frutta. Uno dei grandi vantaggi del sedano è il suo livello di vitamina C –  i vantaggi ben noti – ma due degli elementi nutritivi meno noti sono ftalide che ha dimostrato di abbassare il colesterolo , e cumarine che è stato dimostrato di inibire diversi tipi di cancro. Il sedano è particolarmente utile nei casi di artrite, osteoporosi , asma , sostegno del sistema immunitario , infiammazioni.
7)Peperoni
Il peperone può essere consumato sia crudo che cotto, ricco di antiossidanti come  flavonoidi, luteolina, quercetina, esperidina, carotenoidi, alfa – carotene, beta – carotene, criptoxantina, luteina, zeaxantina, acidi idrossicinnamici, acido ferulico, acido cinnamico. Di questi , i più interessanti sono i carotenoidin ricchi di benefici, e i peperoni contengono oltre 30 diversi membri della famiglia di carotenoidi come sostanze nutritive. L’unico cibo che è vicino a questo, è il pomodoro. E ‘stato studiato che i peperoni verdi sono legati alla diminuzione del rischio di malattie cardiovascolari , diabete di tipo II , la degenerazione maculare , il cancro.



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